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Sfondo del paragrafo

La BELLEZZA della VITA RELIGIOSA

secondo la «Parola di Dio» 

e la «Tradizione della Chiesa»

Parola di Dio

  

Antico Testamento

 

       La consacrazione di Aronne e dei suoi figli..

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  • «Ungerai anche Aronne e i suoi figli e li consacrerai perché esercitino il mio sacerdozio» (Es 30,30).

     

    La Consacrazione attraverso il voto di nazireato..

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  • «Il Signore disse ancora a Mosè: “Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando un uomo o una donna farà un voto speciale, il voto di nazireato, per consacrarsi al Signore, si asterrà dal vino e dalle bevande inebrianti» (Nm 6,1-3 ss).

     

    Ascolta figlia, dimentica la casa di tuo padre..

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  • «Ascolta, figlia, guarda, porgi l'orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; il re è invaghito della tua bellezza. È lui il tuo Signore: rendigli omaggio» (Sal [44], 11-12).

     

    Benedizione, Vita per sempre, per i fratelli che vivano insieme..

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  • «Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme! E' come olio profumato sul capo, che scende sulla barba, sulla barba di Aronne, che scende sull'orlo della sua veste.. Là il Signore dona la benedizione e la vita per sempre»

       (Sal [132],1-2.3b).

 

       La Fecondità della vita verginale

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  • «Esulta, o sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori, perché più numerosi sono i figli dell'abbandonata che i figli della maritata, dice il Signore» (Is 54,1).

     

    La gelosia del Signore per chi gli ha consacrato la sua vita..

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  • «Non toccate i miei consacrati, non fate alcun male ai miei profeti» (Sal 105,15).

                                                      

Nuovo Testamento

                                                                                                         

        Promessa: 100 volte tanto già ora; sedere su 12 troni;                            Risurrezione..

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  • «Pietro allora disse: “Noi abbiamo lasciato i nostri beni e ti abbiamo seguito”. Ed egli rispose: “In verità io vi dico, non c'è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà”» ( Lc 18, 28-30 ).

     

  • «Pietro allora prese a dirgli: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. Gesù gli rispose: “In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva gia al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna”» (Mc 10, 28-30).

     

  • «Allora Pietro gli rispose: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?”. E Gesù disse loro: “In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi”» (Mt 19,27-30).

     

  • «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio» (Lc 20,34-36).

     

    La Castità (Eunuchi) per il Regno dei cieli..

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  • «Gli dissero i discepoli: “Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi”. Egli rispose loro: “Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, "capisca"» (Mt 19,10-12).

     

    Consacrarsi al Signore è anche consacrarsi nella Verità..

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  • «Per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.» (Gv 17,19).

     

    Prima comunità modello di vita fraterna ed evangelica.. 

   

  • «Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo...» (At 2,42-47).

     

  • «La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.» (At 4,32-35).

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       Riguardo a quelli che hanno scelto la verginità e seguono               Cristo..

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  • «La voce che udii era come quella di suonatori di arpa che si accompagnano nel canto con le loro arpe. Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e ai vegliardi. E nessuno poteva comprendere quel cantico se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra. Questi non si sono contaminati con donne, sono infatti vergini e seguono l'Agnello dovunque va. Essi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l'Agnello. Non fu trovata menzogna sulla loro bocca; sono senza macchia» (Ap 14,2-5).

 

Insegnamento della Chiesa Cattolica

  

Epoca Patristica

 

       Essere come Angeli..

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  • --- S. Cipriano (Vescovo e Dottore della Chiesa; 210 - † 258): «Finché perseverate caste e vergini, siete eguali agli angeli di Dio» (CYPRIANUS, De habitu virginum, 22: PL 4, 462; cf. AMBROSIUS, De virginibus, lib. I. c. 8. n. 52: PL 16, 202 ).

     

  • --- S. Cirillo di Gerusalemme (Vescovo e Dottore della Chiesa; 315 - † 387): «Chi pratica la Castità è un angelo che cammina sulla terra» (CIRILLO DI GERUSALEMME, Catechesi XII, n. 34).

     

    Tanti scelgono di donare tutta la vita a Dio..

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  • --- S. Agostino di Ippona (Vescovo e Dottore della Chiesa; 354 - † 430): «Ormai più nessuno si meraviglia delle migliaia di giovani e fanciulle che rinunciano al matrimonio per vivere castamente.. e sono così numerosi coloro che si mettono per questa via che isole un tempo deserte e terre desolate si riempiono di uomini di ogni genere, i quali, abbandonate le ricchezze e gli onori di questo mondo, vogliono dedicare tutta la vita all'unico e sommo Dio. Infine, nelle città, nei villaggi, nei luoghi fortificati, nei borghi e anche nelle campagne e nelle private dimore questa scelta è così condivisa e la fuga dai beni terreni per consacrarsi all'unico vero Dio così cercata, al punto che ogni giorno per l'intero universo il genere umano quasi ad una sola voce risponde di avere i cuori in alto, rivolti a Dio» (AGOSTINO DI IPPONA, La vera religione, n. 3 [5]).

     

  • --- S. Agostino di Ippona: «Ormai io amo solo te, seguo solo te, cerco solo te e sono preparato a servire solo te, poiché tu solo eserciti il comando con giustizia ed io desidero ardentemente di essere in tuo potere. Comanda, ti prego e ordina ciò che vuoi» (AGOSTINO DI IPPONA, Soliloqui, n. 5).

     

    La perseveranza nel celibato conduce alle gioie celesti..

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  • --- S. Agostino di Ippona: «Avanti dunque, o Santi di Dio.. celibi e nubili (non sposati) continuate con perseveranza fino alla fine !,.. nelle nozze del Agnello voi cantate uno cantico nuovo.. sarà un canto che nessuno potrà cantare se non voi.. 144000 citaredi, contraddistinti da verginità illibata nel corpo, da inviolata verità nel cuore; e di voi scrisse che seguite l’Agnello dovunque vada. Dove pensiamo che vada questo Agnello, che nessuno osa o riesce a seguire, se non voi ? dove pensiamo che vada ? in quali pascoli o in quali prati ? la - penso - dove sono pascoli le gioie celesti: non le gioie vuote o le follie ingannatrici di questo mondo» (AGOSTINO DI IPPONA, La Santa Verginità, n. 27).

     

    La vita del Consacrato è un sacrificio a Dio..

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  • --- S. Agostino di Ippona: «Un uomo consacrato a Dio e votato a Lui, in quanto muore al mondo per vivere a Dio, è un sacrificio!» (AGOSTINO DI IPPONA, in: Uff. d. Lett. Venerdì XXVIII settimana T.O.).

 

       Il Signore premierà chi pratica la Continenza..

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  •  --- S. Agostino di Ippona: «Noi abbiamo bisogno della continenza e riconosciamo che essa è un dono di Dio.. Tenere a freno le passioni sregolate: e questo è compito della continenza.. Né volle passare sotto silenzio il fine per cui dobbiamo agire così, ma soggiunse: Siate simili a quelle persone che stanno in attesa del padrone, finché non ritorni dalle nozze. Quando egli verrà, ci ricompenserà per esserci frenati in quello che la passione suggeriva e per aver compiuto quel che la carità ordinava. Regneremo allora nella sua pace perfetta ed eterna, né avremo più da lottare col male ma godremo sommamente nella gioia del bene» (AGOSTINO DI IPPONA, La continenza, n. 7 [17]).

 

Epoca Medievale

 

       Col voto di verginità Maria schiacciò la testa al serpente..

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  • --- S. Antonio di Padova  (Frate, Sacerdote e Dottore della Chiesa; 1195 – † 1231): «leggiamo nel libro della Genesi: "Ella ti schiaccerà la testa, e tu le insidierai il calcagno" (Gn 3,15). La beata Vergine schiacciò la testa, cioè la radice della suggestione diabolica, quando emise il voto di Verginità» (Cfr. ANTONIO DI PADOVA, Purificazione I della Beata Vergine Maria,  II, 4).

     

    Lasciare tutto: via stretta in questa vita, ma grande ricompensa..

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  • --- S. Antonio di Padova : «Pietro, “agile corridore, che fa la sua corsa” (Ger 2,23), dice: “Ecco che noi abbiamo lasciato tutto”. Pietro, ti sei comportato saggiamente: non potevi certo, carico di pesi, tener dietro a colui che corre. Poco prima aveva sentito il Signore che affermava: “In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli” (Mt 19,23); e quindi per entrarvi con facilità lasciò tutto. Che cosa si intende per “tutto”? Le cose esteriori e quelle interiori, cioè le cose possedute e anche la volontà di possedere, in modo tale che non ci è rimasto assolutamente nulla (alla lett. nessuna reliquia, dal lat. relinquere, lasciare).. Beati i religiosi nei quali queste cose vengono distrutte, perché a buon diritto anch'essi potranno dire: “Ecco che noi abbiamo lasciato tutto”.  Guardate gli Apostoli che volano. Dice Isaia: “Chi sono costoro che volano come le nubi, e come le colombe alle loro colombaie”? (lat. ad fenestras, alle finestre) (Is 60,8). Le nubi sono leggere. Gli apostoli, deposto il peso del mondo, volano leggeri, sulle ali dell'amore, dietro a Gesù. Dice Giobbe: “Conosci tu forse le grandi vie delle nubi e la scienza perfetta?” (Gb 37,16). Grande via è il lasciare tutto: via stretta durante il pellegrinaggio di questa vita, ma larga e grande nel momento della ricompensa. Scienza perfetta è amare Gesù e camminare dietro a lui. Questa fu la via e questa fu la scienza degli apostoli, che come colombe volarono alle loro finestre»

       (Cfr. ANTONIO DI PADOVA, Sermoni Festivi, Conversione di San             Paolo, I, 2).

 

       La Dignità dei Sacerdoti, anche se a volte perseguitano..

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  • --- S. Francesco d’Assisi (Frate, Diacono e Fondatore dell'Ordine dei Frati Minori; 1181/2 - † 1226): «Poi il Signore mi dette e mi dà una così grande fede nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa Romana, a motivo del loro ordine, che anche se mi facessero persecuzione, voglio ricorrere proprio a loro. E se io avessi tanta sapienza, quanta ne ebbe Salomone, e mi incontrassi in sacerdoti poverelli di questo mondo, nelle parrocchie in cui dimorano, non voglio predicare contro la loro volontà. E questi e tutti gli altri voglio temere, amare e onorare come miei signori. E non voglio considerare in loro il peccato, poiché in essi io riconosco il Figlio di Dio e sono miei signori. E faccio questo perché, dello stesso altissimo Figlio di Dio nient'altro vedo corporalmente, in questo mondo, se non il santissimo corpo e il santissimo sangue suo che essi ricevono ed essi soli amministrano agli altri» (FONTI F., nn. 112-113).

 

      Nozze con Cristo: Per amore Suo, gettare via tutte le cose               vane..

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  • --- Su S. Caterina da Siena (Dottore della Chiesa 1347- † 1380) : «Poiché per amore mio - disse Gesù a S. Caterina - hai gettato via tutte le cose vane e le hai fuggite.. come ti promisi, ti sposo a me nella fede!» (VIT. PERI, Caterina da Siena, Ediz. Velar 2004, p. 15).

     

      Nell’umile sottomissione sotto la guida di un superiore si                trova la pace..   

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  • --- L’Imitazione di Cristo: «Stare sottomessi, vivere soggetti a un superiore e non disporre di sé è cosa grande e valida. E' molto più sicura la condizione di sudditanza, che quella di comando. Ci sono molti che stanno sottomessi per forza, più che per amore: da ciò traggono sofferenza, e facilmente se ne lamentano; essi non giungono a libertà di spirito, se la loro sottomissione non viene dal profondo del cuore e non ha radice in Dio. Corri pure di qua e di là; non troverai pace che nell'umile sottomissione sotto la guida di un superiore. Andar sognando luoghi diversi, e passare dall'uno all'altro, è stato per molti un inganno» (L’IMITAZIONE DI CRISTO, Libro I, cap. IX, 1).

     

    La vita religiosa rende simile agli angeli..

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  • --- Imitazione di Cristo: «Mettersi al tuo servizio, disprezzando ogni cosa per amor tuo, è grande onore e grande merito. Infatti, coloro che si saranno sottoposti spontaneamente al tuo santo servizio avranno grazia copiosa. Coloro che, per tuo amore, avranno lasciato ogni piacere della carne troveranno la soave consolazione dello Spirito Santo. Coloro che, per il tuo nome, saranno entrati nella via stretta, lasciando ogni cosa mondana, conseguiranno una grande libertà interiore. Quanto è grato e lieto questo servire a Dio, che rende l'uomo veramente libero e santo. Quanto è benedetta la condizione del religioso servizio, che rende l'uomo simile agli angeli: compiacenza di Dio, terrore dei demoni, esempio ai fedeli. Con indefettibile desiderio dobbiamo, dunque, abbracciare un tale servizio, che ci assicura il sommo bene e ci fa conseguire una gioia perenne, senza fine». (IMITAZIONE DI CRISTO, Libro III, cap. X, 3).​​

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Epoca Moderna

 

       La lode dei voti religiosi, conducono alla perfezione                           Evangelica..

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  • --- S. Ignazio Di Loyola (Sacerdote e Fondatore della Compagnia di Gesù; 1491 - † 1556) «Si lodino i voti religiosi di obbedienza, povertà e castità e delle altre opere di perfezione consigliate. Si noti che il voto riguarda cose che conducono alla perfezione evangelica!» (IGNAZIO DI LOYOLA, Esercizi Spirituali. Regole, n. 357).

     

  • --- S. Teresa D’Avila (Suora Carmelitana, Vergine e Dottore della Chiesa; 1515 - † 1582): «Credete forse, sorelle, che sia cosa da nulla consacrarsi interamente e senza riserva a Colui che è tutto? Egli è la fonte di ogni bene, e noi dobbiamo ringraziarlo senza fine per averci raccolte in questa casa, nell'unico intento di essere tutte sue» (S.TERESA DI GESÙ, Cammino di Perfezione, cap. 8,1).

     

    Obbedienza, povertà e castità: i 3 mezzi per la perfezione..

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  • --- S. Francesco di Sales (Vescovo e Dottore della Chiesa; 1567 – † 1622): «Soltanto la carità ci eleva alla perfezione; ma l'obbedienza, la povertà e la castità sono i tre grandi mezzi per acquistarla. L'obbedienza consacra il nostro cuore, la castità il nostro corpo, e la povertà i nostri beni all'amore e al servizio di Dio: sono i tre bracci della croce spirituale, che poggiano sul quarto che è l'umiltà.. Quando sono legate al voto, soprattutto se pubblico, mettono l'uomo nello stato di perfezione!». (FRANCESCO DI SALES, Filotea, parte III, cap. XI).

     

    La castità rende gli uomini simili agli angeli..

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  • --- S. Francesco di Sales: «La castità è il giglio delle virtù; rende gli uomini simili agli Angeli. Niente è bello se non è puro, e la purezza degli uomini è la castità. Alla castità si dà il nome di onestà, e alla sua conservazione, onore. Viene anche chiamata integrità e il contrario corruzione. Gode di gloria tutta speciale perché è la bella e splendida virtù dell'anima e del corpo» (FRANCESCO DI SALES, Filotea, parte III, cap. XII).

     

    I tre voti religiosi, se praticati, portano alla santità..

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  • --- S. Margherita M. Alacoque (Religiosa; 1647 – † 1690): «Il mio divino Maestro..  fece cambiare molto il mio comportamento, mo­strandomi la bellezza delle virtù e soprattutto dei tre voti di povertà, castità e obbedienza, dicendomi che, quando li si pratica, si diventa Santi, e lo diceva perché io, pregando, gli chiedevo di farmi diventare Santa!» (MARGHERITA M. ALACOQUE, Autobiografia, n. 19).

 

Epoca Post Moderna

 

      S. Teresina, felice di fare i suoi voti in vista della “Letizia                  eterna”..

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  • --- S. Teresina di Lisieux (Vergine e Dottore della Chiesa 1873 - † 1897): «Finalmente il giorno bello delle mie nozze arrivò.. La mattina dell'8 settembre mi sentii inondata da un fiume di pace, e in questa pace “che superava ogni senti­mento” pronunciai i miei santi voti. La mia unione con Gesù ebbe luogo non in mezzo a folgori e lampi, cioè tra grazie straordinarie, ma nel soffio di un vento lieve simile a quello che sentì sulla montagna il nostro padre sant'Elia. Quante grazie chiesi quel giorno! Mi sentivo veramente la Regina, pro­fittavo del mio titolo per liberare i prigionieri, ottenere i favori del Re verso i suoi sudditi ingrati, infine volevo liberare tutte le anime del Purgatorio e convertire i peccatori.. deposi la mia corona ai piedi della Vergine Santa, sentivo che il tempo non avrebbe portato via la mia felicità. Che festa bella, la natività di Maria per divenir la sposa di Gesù! Era la Santa Vergine bam­binella di un giorno che presentava il suo fiore piccino a Gesù Bambino.. guardando scintillare le stelle, e pensando che ben pre­sto il cielo bello si sarebbe aperto ai miei occhi rapiti, e che avrei potuto unirmi al mio Sposo in una letizia eterna» (S. TERESINA DI LISIEUX, Storia di un’anima, nn. 217, 218).

 

       La vita sacerd. è la più grande Misericordia che Dio fa agli               uomini

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  • --- S. Annibale M. di Francia (Sacerdote e Fondatore dei Rogazionisti; 1851 - † 1927): «Quando Iddio vuol punire un popolo con il massimo dei castighi lo priva di buoni sacerdoti, e questa è la maggior sventura che può avere una città. Al contrario la più grande fra le divine misericordie è quando il buon Dio manda i buoni operai per la salute delle anime… che sono edificate, santificate e condotte a vita eterna per mezzo dei buoni operai» (ANNIBALE MARIA DI FRANCIA, Scritti, vol. I, n. 12).

 

      La Verginità della Vita Religiosa È anche essa

      “un Sacerdozio” ..

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  • --- S. Annibale M. di Francia: «La verginità sposata a Dio con la professione religiosa è anch’essa un Sacerdozio, è quasi un Sacramento! Il Sacerdozio stesso resterebbe infecondo nella Santa Chiesa, senza questa possente cooperazione» (ANNIBALE MARIA DI FRANCIA, Parole sul sacerdote, Opuscolo 33, n. 3).

 

       “La penitenza più gradita è la vita comune” 

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  • --- S. Massimiliano M. Kolbe (Frate, Sacerdote e Martire; 1894 † 1941): «La penitenza più gradita a Dio è la vita comune, vale a dire l'obbedienza, la fedeltà alla regola; le altre, Dio le gradisce solamente in quanto sono subordinate ad essa» (S. MASS. MARIA KOLBE, SK 963, Esercizi spirituali, Roma 1913).

                                                                                                                         Celibato sacerd: farsi tutto a tutti e testimoniare la risurrezione..

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  • --- Concilio Vaticano II (1962 – 1965): «I seminaristi che secondo le leggi sante e salde del proprio rito seguono la veneranda tradizione del celibato sacerdotale, siano formati con cura diligente a questo stato. In esso, rinunziando alla vita coniugale per il regno dei cieli (cfr Mt 19,12), possono aderire a Dio con un amore indivisibile che conviene profondamente alla nuova Alleanza, danno testimonianza della futura risurrezione (cfr. Lc 20,36) e ricevono un aiuto grandissimo per l'esercizio continuo di quella perfetta carità che li renderà capaci nel ministero sacerdotale di farsi tutto a tutti. Sentano profondamente con quanta gratitudine debba essere abbracciato questo stato, non solo come cosa comandata dalla legge ecclesiastica, quanto piuttosto come prezioso dono di Dio da impetrarsi umilmente, ed al quale essi, stimolati e aiutati dalla grazia dello Spirito Santo, devono affrettarsi corrispondere liberamente e generosamente». (CONC. ECUMENICO VATICANO II, Decreto sulla formazione sacerdotale Optatam Totius, n. 10 [28 ottobre 1965]).

     

       “Lo stato religioso.. preannunzia la futura risurrezione e la               gloria”

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  • Concilio Vaticano II (1962 – 1965): «Con i voti o altri impegni sacri simili ai voti secondo il modo loro proprio, il fedele si obbliga all'osservanza dei tre predetti consigli evangelici; egli si dona totalmente a Dio amato al di sopra di tutto, così da essere con nuovo e speciale titolo destinato al servizio e all'onore di Dio.. Perciò la professione dei consigli evangelici appare come un segno, il quale può e deve attirare efficacemente tutti i membri della Chiesa a compiere con slancio i doveri della vocazione cristiana. Poiché infatti il popolo di Dio non ha qui città permanente, ma va in cerca della futura, lo stato religioso, il quale rende più liberi i suoi seguaci dalle cure terrene, meglio anche manifesta a tutti i credenti i beni celesti già presenti in questo tempo, meglio testimonia l'esistenza di una vita nuova ed eterna, acquistata dalla redenzione di Cristo, e meglio preannunzia la futura resurrezione e la gloria del regno celeste. Parimenti, lo stato religioso imita più fedelmente e rappresenta continuamente nella Chiesa la forma di vita che il Figlio di Dio abbracciò venendo nel mondo per fare la volontà del Padre e che propose ai discepoli che lo seguivano. Infine, in modo speciale manifesta l'elevazione del regno di Dio sopra tutte le cose terrestri e le sue esigenze supreme; dimostra pure a tutti gli uomini la preminente grandezza della potenza di Cristo-Re e la infinita potenza dello Spirito Santo, mirabilmente operante nella Chiesa» (CONC. ECUMENICO VATICANO II, Cost. Dogm. Lumen Gentium, n. 44 [21 novembre 1964]).             

 

       Il Conc. Vat. II conferma l'attività missionaria della vita                   religiosa..

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  • --- Concilio Vaticano II: «I religiosi pongano ogni cura, affinché per loro mezzo la Chiesa abbia ogni giorno meglio da presentare Cristo ai fedeli e agli infedeli: sia nella sua contemplazione sul monte, sia nel suo annuncio del regno di Dio alle turbe, sia quando risana i malati e gli infermi e converte a miglior vita i peccatori, sia quando benedice i fanciulli e fa del bene a tutti, sempre obbediente alla volontà del Padre che lo ha mandato.. Perciò il sacro Concilio conferma e loda quegli uomini e quelle donne, quei fratelli e quelle sorelle, i quali nei monasteri, nelle scuole, negli ospedali e nelle missioni, con perseverante e umile fedeltà alla loro consacrazione, onorano la sposa di Cristo e a tutti gli uomini prestano generosi e diversissimi servizi» (CONC. ECUMENICO VATICANO II, Cost. Dogm. Lumen Gentium, n. 46 [21 novembre 1964]).

 

       Lo stato di vita consacrata per natura sua, non è laicale..

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  • --- Codice di Diritto Canonico (1983): «Lo stato di vita consacrata per natura sua, non è laicale». (CODICE DI DIRITTO CANONICO, can. 588 § 1).

     

    La vita consacrata come segno per il mondo..

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  • --- S. Giovanni Paolo II (Papa dal 1978 al † 2005): «La vita consacrata, profondamente radicata negli esempi e negli insegnamenti di Cristo Signore, è un dono di Dio Padre alla sua Chiesa per mezzo dello Spirito. Con la professione dei consigli evangelici i tratti caratteristici di Gesù — vergine, povero ed obbediente — acquistano una tipica e permanente «visibilità» in mezzo al mondo, e lo sguardo dei fedeli è richiamato verso quel mistero del Regno di Dio che già opera nella storia, ma attende la sua piena attuazione nei cieli. Lungo i secoli non sono mai mancati uomini e donne che, docili alla chiamata del Padre e alla mozione dello Spirito, hanno scelto questa via di speciale sequela di Cristo, per dedicarsi a Lui con cuore «indiviso» (cfr 1 Cor 7, 34). Anch'essi hanno lasciato ogni cosa, come gli Apostoli, per stare con Lui e mettersi, come Lui, al servizio di Dio e dei fratelli. In questo modo essi hanno contribuito a manifestare il mistero e la missione della Chiesa con i molteplici carismi di vita spirituale ed apostolica che loro distribuiva lo Spirito Santo, e di conseguenza hanno pure concorso a rinnovare la società.. Fin dai primi secoli della Chiesa vi sono stati uomini e donne che si sono sentiti chiamati ad imitare la condizione di servo del Verbo incarnato, e si sono posti alla sua sequela vivendo in modo specifico e radicale, nella professione monastica, le esigenze derivanti dalla partecipazione battesimale al mistero pasquale della sua morte e risurrezione. In questo modo, facendosi portatori della Croce (staurophóroi), si sono impegnati a diventare portatori dello Spirito (pneumatophóroi), uomini e donne autenticamente spirituali, capaci di fecondare segretamente la storia con la lode e l'intercessione continua, con i consigli ascetici e le opere della carità» (GIOVANNI PAOLO II, Esortazione Apostolica post-sinodale Vita Consecrata, nn. 1, 6 [25 marzo 1996]). 

     

    La chiamata di Dio e la risposta dell’uomo nel consacrarsi..

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  • --- S. Giovanni Paolo II: «La vocazione - prima di diventare un fatto interiore nella persona, prima di rivestire la forma di una scelta e di una decisione personale -rimanda ad un’altra scelta che ha preceduto, da parte di Dio, la scelta e la decisione umana. Cristo parlò di questo agli apostoli durante il discorso d’addio: "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi" (Gv 15,16)» (GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica a tutte le persone Consacrate, n. 2 [22 maggio 1988]).

     

  • --- S. Giovanni Paolo II: «La vocazione di una persona a consacrare tutta la sua vita si pone in uno speciale rapporto con la consacrazione di Cristo stesso per gli uomini. Essa nasce dalla radice sacramentale del Battesimo, che racchiude in sé la prima e fondamentale consacrazione della persona a Dio. La consacrazione mediante la professione dei consigli evangelici - cioè mediante i voti o le promesse - è lo sviluppo organico di quell’inizio che è il Battesimo. Nella consacrazione è racchiusa la scelta matura che si fa di Dio stesso, la risposta sponsale all’amore di Cristo. Quando diamo a lui noi stessi in modo totale e indiviso, desideriamo "seguirlo", prendendo la decisione di osservare la castità, la povertà e l’obbedienza nello spirito dei consigli evangelici. Desideriamo essere simili a Cristo il più possibile, conformando la nostra propria vita secondo lo spirito delle beatitudini del discorso della montagna. Ma soprattutto desideriamo avere la carità, che compenetra tutti gli elementi della vita consacrata e li unisce come un vero "vincolo di perfezione" (cf. Col 3,14 cf. "Lumen Gentium", 44: "Perfectae Caritatis",1.6; "Codex Iuris Canonici", can.573 §1; can.607 §1; can. 710)» (GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica a tutte le persone Consacrate, n. 3 [22 maggio 1988]).

     

  • --- S. Giovanni Paolo II (Papa dal 1978 al † 2005): «Quanti tra i religiosi e le religiose sono dediti alla vita apostolica, all’evangelizzazione o alle opere di carità e di misericordia, hanno in Maria il modello della carità verso Dio e verso gli uomini. Seguendolo con generosa fedeltà, essi sapranno dare una risposta alle esigenze dell’umanità che soffre a motivo della mancanza di certezze, di verità, del senso di Dio; oppure è angustiata per le ingiustizie, le discriminazioni, le oppressioni, le guerre, la fame. Con Maria essi sapranno condividere la sorte dei loro fratelli e aiutare la Chiesa nella disponibilità di un servizio per la salvezza dell’uomo, che oggi essa incontra nel suo cammino». (GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica a tutte le persone Consacrate, n. 4 [22 maggio 1988]).

     

    Le comunità religiose: espressione eloquente dell’Amore di Dio..

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  • --- Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica: «L'amore di Cristo ha riunito per diventare una sola cosa un grande numero di discepoli, perché come Lui e grazie a Lui, nello Spirito, potessero, attraverso i secoli, rispondere all'amore del Padre, amandolo "con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze" (Dt 6,5) e amando il prossimo "come se stessi" (cfr. Mt 22,39). Fra questi discepoli, quelli riuniti nelle comunità religiose, donne e uomini "di ogni nazione, razza, popolo e lingua" (cfr. Ap 7,9), sono stati e sono tuttora un'espressione particolarmente eloquente di questo sublime e sconfinato Amore. Nate "non da volontà della carne o del sangue", non da simpatie personali o da motivi umani, ma "da Dio" (Gv 1,13), da una divina vocazione e da una divina attrazione, le comunità religiose sono un segno vivente del primato dell'Amore di Dio che opera le sue meraviglie, e dell'amore verso Dio e verso i fratelli, come è stato manifestato e praticato da Gesù Cristo». (CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, La vita fraterna in comunita'."Congregavit nos in unum Christi amor", n. 1 [2 febbraio 1994]).

     

    I religiosi seguono il Signore in modo speciale..

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  • --- Papa Francesco (Papa dal 2013): «Dagli inizi del primo monachesimo, fino alle odierne “nuove comunità”, ogni forma di vita consacrata è nata dalla chiamata dello Spirito a seguire Cristo come viene insegnato dal Vangelo (cfr Perfectae caritatis, 2).. La domanda che siamo chiamati a rivolgerci in questo Anno è se e come anche noi ci lasciamo interpellare dal Vangelo; se esso è davvero il “vademecum” per la vita di ogni giorno e per le scelte che siamo chiamati ad operare. Esso è esigente e domanda di essere vissuto con radicalità e sincerità. Non basta leggerlo (eppure lettura e studio rimangono di estrema importanza), non basta meditarlo (e lo facciamo con gioia ogni giorno). Gesù ci chiede di attuarlo, di vivere le sue parole.. Mi attendo che “svegliate il mondo”, perché la nota che caratterizza la vita consacrata è la profezia. Come ho detto ai Superiori Generali «la radicalità evangelica non è solamente dei religiosi: è richiesta a tutti. Ma i religiosi seguono il Signore in maniera speciale, in modo profetico». È questa la priorità che adesso è richiesta: “essere profeti che testimoniano come Gesù ha vissuto su questa terra.. Mai un religioso deve rinunciare alla profezia”.. Mi rivolgo così a tutto il popolo cristiano perché prenda sempre più consapevolezza del dono che è la presenza di tante consacrate e consacrati, eredi di grandi santi che hanno fatto la storia del cristianesimo. Cosa sarebbe la Chiesa senza san Benedetto e san Basilio, senza sant’Agostino e san Bernardo, senza san Francesco e san Domenico, senza sant’Ignazio di Loyola e santa Teresa d’Avila, senza sant’Angela Merici e san Vincenzo de Paoli. L’elenco si farebbe quasi infinito, fino a san Giovanni Bosco, alla beata Teresa di Calcutta? Il beato Paolo VI affermava: “Senza questo segno concreto, la carità che anima l’intera Chiesa rischierebbe di raffreddarsi, il paradosso salvifico del vangelo di smussarsi, il “sale” della fede di diluirsi in un mondo in fase di secolarizzazione” (Evangelica testificatio, 3).. La vita consacrata è dono alla Chiesa, nasce nella Chiesa, cresce nella Chiesa, è tutta orientata alla Chiesa. Per questo, in quanto dono alla Chiesa, non è una realtà isolata o marginale, ma appartiene intimamente ad essa, sta al cuore stesso della Chiesa come elemento decisivo della sua missione, in quanto esprime l'intima natura della vocazione cristiana e la tensione di tutta la Chiesa Sposa verso l'unione con l'unico Sposo». (PAPA FRANCESCO, Lettera Apostolica ai consacrati, I,2; II,2; III,2; III,5 [21 novembre 2014]).

           

Dato Esperienziale

 

Meditazione   

 

      Riguardo alla “Sacra” Patente del Cristiano  B – C – D – E:

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  • Leggere la seguente parte della “Sacra” Patente del Cristiano:  «PATENTE B - C - D - E: è per il trasporto di uomini e donne verso il Paradiso. La conseguono coloro che “sposano” gli ideali di Cristo, dedicando “tutta la loro vita” per la conversione e la salvezza delle anime (dirette all’inferno eterno); naturalmente la ottengono attraverso preghiere e sacrifici di apostolato, (cf Fatima 19/8/17), diventando così apostoli di Gesù, e principi immortali del Paradiso! (cf Mt 19, 21.27-30)». (Fra Volantino Verde, pro manuscripto, “Sacra” Patente del Cristiano, 2002).

 

Testimonianze

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       Vocazioni e chiamate particolari..

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  • Vai al tasto: Testimonianze varie (scritte e video) cliccando qui..

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